Nightmare before work

Circa le quattro di notte, mi sveglia qualcosa, non sono sicura cosa e nel buio rimango in attesa. Il sogno appena interrotto mi torna alla mente: io e Lui pronti per partire per Amsterdam. Di viaggi in aereo ne avevamo già fatti con il piccolo, i miei genitori però questa volta sono venuti a badare a Ricky che non verrà con noi, io mi vesto in tutta fretta, poi torno indietro, avevo dimenticato qualcosa. Nel momento stesso in cui mia madre apre la bocca, mi viene in mente lo stesso pensiero: forse è meglio se portano Ricky a casa con loro, invece che andarlo a prendere l'indomani mattina, se si svegliasse di notte come farebbe da solo a casa?
Un altro rumore, è Ricky, ha perso il ciuccio. Mi alzo e rifletto sul sogno, i sensi di colpa si sono insinuati nel profondo.
Già perché ho appena iniziato un lavoro, che dopo due anni a casa, nonostante sia un part-time, è comunque una bella doccia fredda. I sentimenti sono contrastanti, se da un lato nel mezzo della mattinata ti rendi conto di essere la ragazza di una volta, che non sei cambiata, sei ancora tu, che parli finalmente con qualcuno di nuovo, che ti senti di nuovo parte di qualcosa. Dall'altro pensi che c'è qualcun altro che cresce tuo figlio. Ma tutti questi pensieri spariscono sommersi dalla miriade di cose da fare e organizzare. Tipo: quando pulisco la casa? Solo il sabato, o i 10 min prima di andare a lavorare rischiando di perdere il treno o verso mezzanotte quando ormai non ci sono più forze? E le bollette chi le paga? E la spesa che facevo al mercato di mattina?
La prima settimana è stata massacrante, anche nel w.e. non siamo andati a correre perché ero troppo stanca. E mi è venuta in mente la mia amica avvocato... che sta per avere un altro figlio, e lei non lavora neanche part-time!
Ps: comunque io e Ricky non abbiamo mai preso aerei, che vorrà dire?

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